La “casa nel bosco” o la “casa-famiglia”? L’affidamento dei minori: profili di tutela dell’infanzia e limiti all’ingerenza statale

Perché desta tanto clamore la vicenda dei tre minori allontanati dai genitori che avevano scelto di allevarli in un contesto abitativo precario, insalubre e privo di adeguata assistenza sanitaria e scolastica?
La risposta risiede, verosimilmente, nel modo in cui il caso è stato rappresentato nel dibattito pubblico: si è fatto leva sul timore, profondamente radicato, che lo Stato si possa ingerire nella sfera privata e familiare dei singoli. Questo approccio emotivo, a mio parere, ha finito per offuscare l’analisi puntuale della situazione concreta.

In un ordinamento democratico e garantista quale il nostro – inserito nel più ampio quadro di tutela dei diritti fondamentali dell’Unione Europea – il rispetto della vita privata e familiare è sancito dall’art. 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Tale diritto, tuttavia, non è assoluto: la norma ammette interferenze dell’autorità pubblica quando esse siano previste dalla legge e risultino necessarie in una società democratica per la protezione di interessi superiori, tra cui la salute e la sicurezza delle persone vulnerabili.

È in questa cornice giuridica che si inserisce il provvedimento del Tribunale per i minorenni dell’Aquila, chiamato a operare nel rigoroso rispetto del principio del best interest of the child. L’allontanamento è stato disposto al fine di prevenire il rischio, anche solo potenziale, di pregiudizi derivanti dalle condizioni di vita imposte ai minori e dalla condotta dei genitori a seguito di scrupolosi accertamenti.
La decisione, pertanto, non costituisce una indebita intrusione dello Stato, bensì l’esercizio di un dovere istituzionale: garantire che ogni bambino possa crescere in un ambiente idoneo, conforme agli standard minimi di cura, sicurezza e sviluppo stabiliti dall’ordinamento interno e sovranazionale. Un dovere che non si attiva mai in modo arbitrario, ma solo quando fatti concreti portano legittimamente l’attenzione sulla situazione familiare, evitando così che l’intervento pubblico si trasformi in un giudizio sulle scelte di vita.

In questo quadro, una tutela legale capace di orientarsi con sicurezza anche tra i principi europei e internazionali rappresenta il presidio più efficace per assicurare un corretto equilibrio e mantenere alta la qualità delle garanzie poste a difesa dei diritti coinvolti.

Forence Avvocati è in grado di garantire il supporto necessario anche per queste problematiche.

Diamo peso alle tue ragioni, anche nel campo del diritto di famiglia!

Michela Giambattista

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